Per
chi ha dimenticato (o finge di dimenticare) e per quanti non hanno
vissuto direttamente quegli anni, è opportuno ricordare che Rosario
Pariante si trovò dagli anni '90 in soggiorno obbligatorio a Baia
ove strinse anche vincoli familiari.
Si
tratta proprio del boss
del clan Di Lauro che dal 14 giugno ha deciso di collaborare con la
giustizia facendo importanti rivelazioni sulla “guerra degli
scissionisti” iniziata nel 2004 e che nel dicembre proprio del 2004
portò anche all'omicidio dell'imprenditore bacolese Enrico Mazzarella.
Proprio
sul nostro territorio, tra la piazza ed il molo di Baia, il Pariante
detto “chiappariello”
dettava legge nelle vicende esterne ma anche interne alla nostra
comunità locale, in quanto secondo il pubblico ministero Raffaele
Marino era diventato il terminale di un’organizzazione che
taglieggiava i commercianti mentre la domenica mattina si recava a
vedere le partite di una locale squadra di calcio che aveva
acquistato.
E
mentre Pariante vi soggiornava, Baia fu investita dalla dura vertenza
per il passaggio da porto commerciale a turistico, vertenza che
divenne sopratutto una battaglia per la riaffermazione della legalità
e del lavoro, in quanto i diritti dei portuali che perdevano il loro
posto di lavoro, furono contrastati da alcuni cosiddetti
“imprenditori”, i quali non rappresentano la gran parte di quelli
onesti che lavorano a Bacoli, e che intendevano lanciarsi nell'
“affare”, osteggiati dal Centro-Sinistra ma sostenuti dagli altri
partiti, gli stessi che già allora negavano l'esistenza della
camorra a Bacoli.
Proprio
in questo contesto, in questo stesso periodo, si verificarono alcuni
inquietanti episodi, sui quali mai è stata fatta chiarezza:
tentativi di intimidire militanti e consiglieri DS cui furono divelte
tutte le ruote dell'auto nel 1998 e minacciati durante un consiglio
comunale del 2003 in cui quasi si giunse alle mani mentre si
discuteva delle concessioni a Baia; violenze fisiche a danno di
assessori intervenuti ad una manifestazione sul porto di Baia nel
1998; infine nel febbraio 2002, la vandalizzazione dell'abitazione
dell'allora sindaco di Centro-Sinistra che aveva sostenuto la
necessità di bandi pubblici e trasparenti.
E
sempre in questo stesso contesto e periodo, nella sua requisitoria
del febbraio 2006, il procuratore Raffaele Marino sottolineava come
ci fossero stati episodi di voto di scambio ed inquinamento da parte
della criminalità, nella vita politica bacolese durante le elezioni
comunali del 2002 poi vinte dal Centro-Destra.
Ora
che ha deciso di “pentirsi”, sarebbe auspicabile – e da qui il
nostro appello alla magistratura – che il Pariante parli anche di
tale periodo contribuendo ad illuminare questi anni cupi della nostra
storia.
PD
e tutte le forze del Centro-Sinistra hanno sempre operato, senza troppi
clamori ma con grande fermezza, come baluardo al diffondersi
dell'illegalità. E ciò grazie agli allora esponenti dei Democratici
di Sinistra che pur rischiando in prima persona, non ne fecero un
merito eroico ma semplicemente un dovere civico difronte la società.
Adesso alla nuova generazione democratica, che si candidata alla
guida del Paese, il compito di continuare la lotta ad ogni
illegalità, aprendo Bacoli al progresso civile e sociale. Perché
solo così e con lavoro si vince la camorra.