Nel
settembre 1997, con una lettera dell'allora ministro del tesoro “i
beni demaniali e le competenze del “Centro Ittico Tarantino Campano
sono state ufficialmente e definitivamente affidate al Comune di
Bacoli e, attraverso l'amministrazione municipale, alla collettività
locale che da anni ne rivendica l'assegnazione” per mezzo di
dure lotte politiche e popolari negli anni '60 e '70 culminate con
l'occupazione del complesso Vanvitelliano nel 1978.
documento PD, SEL, FreeBacoli sul CIC |
A
seguito dello scorporo (nell'aprile 2001) dei beni del “Centro
Ittico Tarantino Campano” da quelli del comune di Taranto,
nasceva il “Centro Ittico Campano” una società per azioni
appartenenti interamente al comune di Bacoli salvo lo 0,33 %
riservato alle “Terme d'Agnano s.p.a.” e successivamente
acquisito con delibera consiliare n. 41 del 15/06/2012. Da allora il
“CIC” gestisce circa il 20 % del territorio comunale, compresi
gli specchi acquei dei laghi Fusaro e Miseno ed i terreni limitrofi,
con finalità commerciale o agricola, e che potrebbero costituire una
potenziale ed enorme fonte di ricchezza per tutto il paese.
documento PD, SEL, FreeBacoli sul CIC |
Il
condizionale però è d'obbligo poiché un tale patrimonio non poteva
che attirare profittatori desiderosi di metterci le proprie mani e
perpetuare i loro lucrosi affari. E' infatti dal maggio 2001, a
seguito delle dimissioni dell'allora amministratore avv. Giovanni
Picone, che le Amministrazioni di Centro-destra
hanno gestito “l'intero
complesso immobiliare con un modus operandi prettamente privatistico”
non rispettando lo stesso “Piano
di rilancio delle attività e dei beni del patrimonio del compendio
del Centro Ittico Tarantino Campano”
che fu elaborato nel giugno-agosto 1997 dalla giunta di
Centro-sinistra del sindaco Antonio Illiano e la cui presentazione fu
propedeutica all'acquisizione dei beni allora gestiti dal ministero
del tesoro (e prima da quello delle partecipazioni statali) che
preferì tale piano a quello presentato in concorrenza dalla regione
Campania.
Invece
di sfruttare tali beni nell'interesse di tutti i cittadini, “le
Amministrazioni da allora susseguitesi non hanno intrapreso nessuna
iniziativa per valorizzare il CIC”
ed “anche
l'attuale Amministrazione si è limitata ad una mera gestione delle
risorse del CIC riconfermando gli attuali contratti con metodi
clientelari ed ineguali, trasformando il CIC in una sorta di agenzia
immobiliare”
e ciò “ha
generato e genera tuttora diverse forme di illegalità, gravi
difficoltà di gestione, danni economici e l'impossibilità di
sfruttare tali beni per produrre ricchezza sociale a favore della
comunità”
come confermano anche le ultime vicende (
http://bacoli2punto0.blogspot.it/2014/01/pd-e-sel-no-speculazioni-e-svendite-di.html
).
Negli
ultimi anni, piegato a tali logiche e svuotato delle sue funzioni
d'indirizzo e di controllo, il Consiglio comunale è stato più volte
convocato per ratificare, a colpi di maggioranza e nella solitudine
della notte, quanto già deciso in altre stanze che non sono quella
democrazia e della trasparenza.
Nel
luglio 2013 però è stato presentato al Consiglio comunale ed alla
cittadinanza, un documento condiviso da PD, SEL e FreeBacoli, e
firmato da tutti i consiglieri dell'opposizione, che hanno adottato
delle linee comuni sulle problematiche del CIC proponendo di:
- “aggiornare il “Piano di Rilancio” del 1997, alla luce delle nuove esigenze e delle opportunità offerte da UE e Regione Campania, con priorità ai bandi pubblici per “Cinque Lenze” e “Parco della Quarantena” ed una particolare forma di utilizzo del complesso storico” attraverso la costituzione di un “forum attivo con la partecipazione di forze civiche, sociali, produttive nonché di giovani studenti, professionisti, esperti e cittadini” e l'insediamento di un “tavolo di concertazione tra Direzione regionale Beni ed Attività Culturali, regione Campania, Ente Parco, Autorità di Bacino, Comune di Bacoli” ;
- “tutte le concessioni siano affidate con bandi ad evidenza pubblica ponendo come criterio preponderante quello del piano di investimenti e del numero di occupati” idea di fondo anche di una delibera proposta dal PD sul lavoro ( http://bacoli2punto0.blogspot.it/2014/01/senza-diritti-non-c-e-vero-lavoro.html ) ;
- “tutti i contratti debbano essere stipulati per il periodo minimo stabilito dalla legge prevedendo la clausola di rescissione in assenza d'adeguamento del conduttore al nuovo Piano di Rilancio” ;
- “completare entro il 2013 la procedura di subentro nel condono e nell'accatastamento dei manufatti abusivi” chiedendo tempi rapidi da parte degli uffici e che “l'eventuale rimborso delle spese della domanda possa avvenire solo a condono avvenuto e che gli eventuali oneri di abbattimento siano a carico dei locatari” .
Dettate
dall'esigenza di tutelare tali “beni comuni” da tentativi di
speculazione e di privatizzazione, rilanciando al contempo una
pianificazione seria del nostro territorio capace di recuperare e
sviluppare quanto di positivo fatto nei precedenti anni (a cominciare
dal PIT Campi flegrei 2000-6), queste proposte sono state però
respinte. Esse tuttavia rimangono le linee-guida dei partiti del
Centro-Sinistra, eredi delle battaglie d'allora e pronte a quelle del
presente, perché il CIC non è una “torta” da spartirsi ma una
risorsa di lavoro e di benessere sociale per l'intera cittadinanza,
in particolare i giovani costretti a lasciare Bacoli per potersi
costruire un loro futuro.
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