venerdì 17 gennaio 2014

IL CENTRO ITTICO: RISORSA DI LAVORO E DI RICCHEZZA PER TUTTI I CITTADINI

Nel settembre 1997, con una lettera dell'allora ministro del tesoro “i beni demaniali e le competenze del “Centro Ittico Tarantino Campano sono state ufficialmente e definitivamente affidate al Comune di Bacoli e, attraverso l'amministrazione municipale, alla collettività locale che da anni ne rivendica l'assegnazione” per mezzo di dure lotte politiche e popolari negli anni '60 e '70 culminate con l'occupazione del complesso Vanvitelliano nel 1978.

documento PD, SEL, FreeBacoli sul CIC
A seguito dello scorporo (nell'aprile 2001) dei beni del “Centro Ittico Tarantino Campano” da quelli del comune di Taranto, nasceva il “Centro Ittico Campano” una società per azioni appartenenti interamente al comune di Bacoli salvo lo 0,33 % riservato alle “Terme d'Agnano s.p.a.” e successivamente acquisito con delibera consiliare n. 41 del 15/06/2012. Da allora il “CIC” gestisce circa il 20 % del territorio comunale, compresi gli specchi acquei dei laghi Fusaro e Miseno ed i terreni limitrofi, con finalità commerciale o agricola, e che potrebbero costituire una potenziale ed enorme fonte di ricchezza per tutto il paese.

documento PD, SEL, FreeBacoli sul CIC
Il condizionale però è d'obbligo poiché un tale patrimonio non poteva che attirare profittatori desiderosi di metterci le proprie mani e perpetuare i loro lucrosi affari. E' infatti dal maggio 2001, a seguito delle dimissioni dell'allora amministratore avv. Giovanni Picone, che le Amministrazioni di Centro-destra hanno gestito “l'intero complesso immobiliare con un modus operandi prettamente privatistico” non rispettando lo stesso “Piano di rilancio delle attività e dei beni del patrimonio del compendio del Centro Ittico Tarantino Campano” che fu elaborato nel giugno-agosto 1997 dalla giunta di Centro-sinistra del sindaco Antonio Illiano e la cui presentazione fu propedeutica all'acquisizione dei beni allora gestiti dal ministero del tesoro (e prima da quello delle partecipazioni statali) che preferì tale piano a quello presentato in concorrenza dalla regione Campania.

Invece di sfruttare tali beni nell'interesse di tutti i cittadini, “le Amministrazioni da allora susseguitesi non hanno intrapreso nessuna iniziativa per valorizzare il CIC” ed “anche l'attuale Amministrazione si è limitata ad una mera gestione delle risorse del CIC riconfermando gli attuali contratti con metodi clientelari ed ineguali, trasformando il CIC in una sorta di agenzia immobiliare” e ciò “ha generato e genera tuttora diverse forme di illegalità, gravi difficoltà di gestione, danni economici e l'impossibilità di sfruttare tali beni per produrre ricchezza sociale a favore della comunità” come confermano anche le ultime vicende ( http://bacoli2punto0.blogspot.it/2014/01/pd-e-sel-no-speculazioni-e-svendite-di.html ).

Negli ultimi anni, piegato a tali logiche e svuotato delle sue funzioni d'indirizzo e di controllo, il Consiglio comunale è stato più volte convocato per ratificare, a colpi di maggioranza e nella solitudine della notte, quanto già deciso in altre stanze che non sono quella democrazia e della trasparenza.

Nel luglio 2013 però è stato presentato al Consiglio comunale ed alla cittadinanza, un documento condiviso da PD, SEL e FreeBacoli, e firmato da tutti i consiglieri dell'opposizione, che hanno adottato delle linee comuni sulle problematiche del CIC proponendo di:
  • aggiornare il “Piano di Rilancio” del 1997, alla luce delle nuove esigenze e delle opportunità offerte da UE e Regione Campania, con priorità ai bandi pubblici per “Cinque Lenze” e “Parco della Quarantena” ed una particolare forma di utilizzo del complesso storico” attraverso la costituzione di un “forum attivo con la partecipazione di forze civiche, sociali, produttive nonché di giovani studenti, professionisti, esperti e cittadini” e l'insediamento di un “tavolo di concertazione tra Direzione regionale Beni ed Attività Culturali, regione Campania, Ente Parco, Autorità di Bacino, Comune di Bacoli” ;
  • tutte le concessioni siano affidate con bandi ad evidenza pubblica ponendo come criterio preponderante quello del piano di investimenti e del numero di occupati” idea di fondo anche di una delibera proposta dal PD sul lavoro ( http://bacoli2punto0.blogspot.it/2014/01/senza-diritti-non-c-e-vero-lavoro.html ) ;
  • tutti i contratti debbano essere stipulati per il periodo minimo stabilito dalla legge prevedendo la clausola di rescissione in assenza d'adeguamento del conduttore al nuovo Piano di Rilancio” ;
  • completare entro il 2013 la procedura di subentro nel condono e nell'accatastamento dei manufatti abusivi” chiedendo tempi rapidi da parte degli uffici e che “l'eventuale rimborso delle spese della domanda possa avvenire solo a condono avvenuto e che gli eventuali oneri di abbattimento siano a carico dei locatari” .
Dettate dall'esigenza di tutelare tali “beni comuni” da tentativi di speculazione e di privatizzazione, rilanciando al contempo una pianificazione seria del nostro territorio capace di recuperare e sviluppare quanto di positivo fatto nei precedenti anni (a cominciare dal PIT Campi flegrei 2000-6), queste proposte sono state però respinte. Esse tuttavia rimangono le linee-guida dei partiti del Centro-Sinistra, eredi delle battaglie d'allora e pronte a quelle del presente, perché il CIC non è una “torta” da spartirsi ma una risorsa di lavoro e di benessere sociale per l'intera cittadinanza, in particolare i giovani costretti a lasciare Bacoli per potersi costruire un loro futuro.

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